Il reddito di cittadinanza è stato introdotto già da diversi anni, si tratta senza dubbio di un’iniziativa discussa che ha creato una spaccatura ancora più marcata tra le varie forze politiche del paese.
Da molti visto come panacea verso le ineguaglianze e come lotta alla povertà, da altri l’esatto contrario, sussidio per fannuloni, pregiudicati e furbi di ogni sorta. Ultimamente nel nostro settore della ristorazione è aumentata la richiesta di personale, sopratutto stagionali in concomitanza dell’inizio della bella stagione.
È iniziata quindi la ricerca di camerieri, cuochi, baristi e personale di sala da impiegare nella stagione estiva.
Il problema che però hanno sollevato molti ristoratori è che questo personale non si riesce a trovare. Ma la vera domanda che noi de LaVoceDellaRistorazione ci facciamo è la seguente:
Secondo la maggior parte degli imprenditori del settore che si sono lamentati sembrerebbe proprio di sì. Si continua con la menzogna e adesso vi spieghiamo il motivo di questa affermazione.
Se da una parte sui social si spara a zero sul reddito di cittadinanza e ci si sofferma sugli stipendi di questo settore, troppo bassi per questo genere di professioni. I motivi che ci hanno portato a trovarci con questa carenza di personale sono molteplici e di diversa natura, connaturati al tipo di lavoro svolto, determinati dalle scelte che anche il Governo ha imposto in questi due anni di pandemia da Covid19, ristoranti, locali e alberghi chiusi o aperti con restrizioni di vario genere.
Nell’ultimo periodo, infatti, circa il 97,5% delle imprese ha fatto registrare un drastico calo del fatturato.
Per oltre 6 ristoratori su 10 la perdita di fatturato ha superato il 50%, una cifra spaventosa che purtroppo i lievi ristori elargiti dal Governo non sono riusciti a reintegrare.
Anche la situazione occupazionale è seriamente compromessa, i comparti di ristorazione e turismo hanno perso 514 mila posti di lavoro, mentre se analizziamo il periodo tra il 2013 al 2019 ne avevano creati 245mila, altro dato questo che deve farci riflettere.
Se analizziamo i dati quindi ci accorgiamo che molte attività chiuse hanno purtroppo favorito la perdita di migliaia di posti di lavoro, questa è la dura realtà!
Riprendendo il discorso del difficile reperimento di personale nei nostri settori ci sono diversi argomenti da tenere in considerazione.
Ci sono diverse ragioni complesse che riguardano lavoratori di tutte le età e categorie e, tirare in ballo il reddito di cittadinanza come problema sembra il solito meccanismo del capro espiatorio e viene strumentalizzato sia dai politici per fare la solita campagna elettorale perenne, sia da certi imprenditori per poter trovare un colpevole verso certe mancanze che rivolgono al loro personale o agli aspiranti tali.
Ricordiamo inoltre che il reddito di cittadinanza corrisponde mediamente a circa 500 € mensili per nucleo familiare, non propriamente una cifra da nababbi. E nella stragrande maggioranza dei casi anche di molto meno.
Quindi i problemi di questa crisi di manodopera del settore vanno ricercati altrove a quanto pare. I veri problemi, stando a chi questo mestiere lo svolge da anni, sono altri e sappiamo bene quali sono:
- Lavoratori sottopagati e costretti a sostenere turni massacranti, spesso e volentieri con contratti che fanno figurare molte meno ore lavorative di quelle effettive
Ovvio quindi che certi lavoratori, giustamente, si rifiutino di sottostare a certe condizioni.
Si dovrebbe offrire delle condizioni generali nettamente migliori ai propri collaboratori, così da poterli incentivare ad entrare in un settore come quello della ristorazione che ha sicuramente molto da offrire.
Puntare altresì sulla formazione dei suddetti, come fatto ad esempio da un lungimirante ristoratore calabrese, Sebastiano Iaria, che ha coraggiosamente deciso di pagare trasferta e corso di formazione ai suoi 14 dipendenti, ottenendo in cambio personale più efficiente, preparato e motivato.
Quindi noi de LaVoceDellaRistorazione crediamo che sia ora di smetterla di dare dei furbi e dei fannulloni ai camerieri che non accettano di lavorare perché percepiscono il reddito di cittadinanza, pensiamo invece che sia ora di dare degli stipendi adeguati e orari di lavoro umani a queste persone. E voi che ne pensate? Parliamone insieme nei commenti. Alla prossima!