Nell’era dell’intelligenza artificiale siamo ancora vittime della piaga delle false informazioni, divulgate alla velocità della luce grazie alla rete. Quale sia l’ambito di competenza – politica, spettacolo, cronaca – non siamo indenni dal venire a contatto, seppur involontariamente, con una o più fake news, realizzate con tale dovizia di particolari da sembrare sincere. Non fa eccezione, ovviamente, il comparto della ristorazione italiana, già messo a dura prova da numerosi fattori avversi nonostante il suo ruolo di rilievo all’interno del business del turismo e dell’enogastronomia mondiale.
Come possiamo proteggerci da un pagliaio di notizie “gonfiate”, edulcorate o totalmente inventate? Come distinguere la verità dalle innumerevoli bugie che circolano sul web?
Ristorazione italiana e false recensioni
Pandemia da Covid-19 e conseguente lockdown, dichiarazioni choc di chef stellati, polemiche sullo sfruttamento della forza-lavoro e sull’uso di prodotti nostrani sulle tavole tricolore: sin troppi sono stati gli intoppi ai quali il comparto della ristorazione e dell’ospitalità nostrana è stato costretto a fare fronte.
I professionisti della recettività sono da tempo costretti a sbattere contro un muro di false notizie, circolate in rete, la cui attendibilità non viene mai completamente verificata. Un aspetto, questo, per nulla secondario ma non sufficiente, tuttavia, per bollare certi “racconti” come bufale dalle quali solo alcune aziende o persone fisiche traggono un reale profitto.
Addentrandosi, poi, in ambiti quali l’e-commerce nel settore food & beverage e le consegne a domicilio di portate street food e non solo, è ancora più semplice incappare nella trappola delle fake news. Una delle trappole più insidiose per l’utente medio è rappresentata dalle recensioni false.
Si tratta di feedback, postati sui portali specializzati dedicati al settore turistico o sui motori di ricerca come Google, realizzati da “clienti fantasma“, dal tono eccessivamente lusinghiero o volutamente negativo. La realtà, però, è che spesso questi clienti non hanno mai usufruito di quel determinato servizio di delivery, nè del servizio e-commerce di quella specifica attività ristorativa.
Queste recensioni, oltre a rappresentare un notevole danno per l’attività in oggetto, sono devianti e mettono a dura prova l’idea di un’onesta concorrenza tra i locali, tra gli alberghi, o tra altre strutture recettive.
Informazioni fuorvianti e “pilotate”
Oltre alle false recensioni esiste anche un problema ben più tedioso. L’informazione nel campo della ristorazione italiana dovrebbe essere imparziale, così come dovrebbe accadere in altri ambiti della nostra esistenza.
La stampa specializzata nel settore dell’ospitalità turistica dovrebbe, dunque, proporre al lettore articoli accattivanti, infarciti da informazioni utili e, soprattutto, attendibili. Un’utopia, però, destinata a non trasformarsi mai in realtà. Basta effettuare una semplice ricerca in rete per accorgersi immediatamente che siamo bombardati da una serie di notizie che di oggettivo e veritiero hanno ben poco.
Non è semplice distinguere informazioni reali da news orchestrate ad arte, soprattutto in ambito ristorativo. Bisogna tenere presente che esistono aziende che nutrono un interesse personale nel divulgare determinati dettagli, perché i settori dell’e-commerce e del delivery alimentari sono fette “golose” di un mercato agguerrito, probabilmente non ancora totalmente regolamentato, ma che fa gola a grandi imprenditori e a nomi importanti dell’enogastronomia nazionale. Sono proprio tali aziende a stringere le redini dell’informazione cartacea e digitale, pilotando, talvolta, a proprio piacimento la diffusione delle notizie.
Il consiglio è sempre il medesimo: navigare con coscienza, cercare sempre di verificare le fonti della notizia, andare fino in fondo alla ricerca della verità. Piccoli passi per contribuire a rendere il mondo online della ristorazione italiana un ambiente pulito, onesto, imparziale.