L’ultimo report di CONFINDUSTRIA è eloquente, i dati dello studio infatti riportano che il 40% dei ristoranti è “ad alta probabilità di fallimento”, rispetto al periodo pre pandemia da Covid19 di una percentuale del 17,3%. Un dato allarmante, non c’è alcun dubbio!
Il rapporto delle Piccole e Medie Imprese di Confindustria
Il rapporto regionale PMI riporta inoltre che i due terzi delle società che organizzano fiere e convegni sono a rischio default nel breve periodo, cosa che oltre ad un’ingente perdita dal punto di vista economico, produrrà circa 1,3 milioni di posti di lavoro persi.
Ristoranti, locali e alberghi sono profondamente in crisi. Confcommercio fa il punto sulla ripresa dei consumi specificando che il 2021 chiude con una crescita del Pil del 6,2% e dei consumi del 5,1%; dall’altro canto il comparto del turismo e della ristorazione porta alla luce una perdita di fatturato considerevole.
Confcommercio stima che per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019, il completo ritorno ai livelli pre pandemia non avverrà prima del 2023, come dichiarato dal portavoce di Confcommercio Carlo Sangalli, che mette in evidenza i settori con una lenta ripresa (molto lontana dalla situazione pre-pandemia), a sapere, la filiera turistica e il settore della cultura e del tempo libero.
Inoltre, il comparto della ristorazione insieme al settore alberghiero mostrano una significativa caduta dei consumi, del 27,3% e del 35% circa rispettivamente. Per quanto riguarda i servizi culturali e ricreativi le perdite si aggirano intorno al 21,5%. Infine, anche i trasporti hanno registrato cali del 16%, mentre il settore abbigliamento e calzature di circa 10,5%.
Purtroppo le restrizioni e i lockdown che si sono succeduti in questi due anni non hanno di certo aiutato le imprese a lavorare con continuità e, i famosi ristori tanto sbandierati nel governo Conte prima e in quello Draghi ora, sono serviti a poco o nulla.
Negli ultimi mesi un’ulteriore stangata al comparto della ristorazione è stato l’aumento delle bollette. Come ben sappiamo i costi dell’energia sono esponenzialmente saliti e i primi conti sono arrivati proprio all’inizio del 2022.
Cosa ne dice Federcuochi
Per Federcuochi si tratta di un colpo di grazia che mette a repentaglio la sopravvivenza di numerose attività del settore alberghiero.
A tal proposito Federcuochi ha dichiarato che il rincaro delle bollette (del 55% per l’elettricità e del 41,8% per il gas) rappresenta un fenomeno devastante sia per le famiglie italiane che per le varie attività, vedendosi minacciato il potere d’acquisto delle persone a causa dei rincari sugli alimenti e sulle materie prime, con prezzi esorbitanti. Oltre al fatto che sono in tanti i ristoranti a conduzione familiare che stanno sul lastrico del fallimento, il che colpirebbe anche intere famiglie.
Sebbene il Governo abbia cercato di mitigare la questione attraverso certe soluzioni quali l’erogazione di bonus sociali, non è sufficiente, in quanto bisogna puntare verso le nuove tecnologie per coprire il fabbisogno energetico dell’Italia.
E la conseguenza finale è che con l’aumento dei costi di bollette, materie prime e l’inflazione che vola, questi rincari li pagheranno i clienti.
Oltre tutto questo, il governo invece di agevolare le aziende del settore non fa altro che introdurre impedimenti e vincoli come il Green Pass prima e il Gateway dopo; con chiusure insensate in periodi cruciali della stagione come Natale e Capodanno.
Su questo argomento si è pronunciato lo chef stellato e membro del Fipe, Luca Marchini che ha ribadito il periodo difficile che tutti stiamo attraversando, in speciale il settore della ristorazione nel quale manca personale e i clienti disdiscono causa Covid. Insomma c’è molta tensione per quello che verrà e per quello che i ristoratori e le imprese in generale hanno dovuto affrontare negli ultimi due anni (restrizioni e lockdown…). Indubbiamente, è un periodo problematico di enorme conseguenze economiche per tutti!
Le difficoltà per il settore sono anche amplificate dal ritorno di molti lavoratori in smart working, scelta che il governo ha preso per contenere la diffusione del virus, cosa che ha creato un’inevitabile diminuzione delle pause pranzo fuori casa.
Tutti provvedimenti che hanno influito negativamente. In conclusione, noi de LaVoceDellaRistorazione crediamo che lo Stato dovrebbe essere più vicino ai lavoratori del nostro settore, incentivando le persone a ritornare a frequentare i locali liberamente, in tranquillità, senza dover esibire Green Pass di sorta nè preoccuparsi di avere la mascherina giusta o sentirsi in colpa se si va in vacanza.
Invitiamo tutti a scegliere i canali giusti dove informarsi e cercare le notizie, diffidando di media troppo filo governativi.