Sempre quel bruciore…
Sapete quella sensazione, vero? Quel bruciore di stomaco che non ti molla mai. Ecco, io lo provo spesso, e ultimamente ho scoperto una cosa che mi ha fatto riflettere: e se fosse colpa della farina? Sì, proprio quella che usiamo ogni giorno: nel pane, nella pasta, nella pizza… ovunque! Mi sono chiesto: smettere di mangiarla – o almeno passare a una farina diversa, come la Senatore Cappelli biologica – potrebbe aiutarmi a stare meglio? Magari a prevenire il reflusso o addirittura a farlo sparire? Voglio raccontarvi quello che ho capito, perché, secondo me, potrebbe davvero fare la differenza.
La farina raffinata non fa bene allo stomaco
Pensateci un attimo: la farina “00”, quella classica, la mettiamo dappertutto. Pane a colazione, pasta a pranzo, pizza a cena… è normale, no? Ma il punto è che queste farine moderne sono troppo lavorate. Gli tolgono la crusca, il germe, tutto, e resta solo l’amido, che si trasforma subito in zucchero nel corpo. Questo può creare problemi: infiammazioni, digestione lenta, cose così.
Per chi soffre di reflusso – come me, che ogni tanto sento il fuoco in gola – è anche peggio. La farina raffinata rallenta la digestione, lo stomaco si affatica, gli acidi risalgono e… zac, ecco il bruciore! E poi c’è chi non ha proprio la celiachia, ma una specie di sensibilità al glutine: gonfiore, bruciore, la sensazione di essere sul punto di esplodere. Avete mai pensato che i grani moderni, coltivati con pesticidi e schifezze varie, non aiutano uno stomaco già fragile?
Niente farina per un po’… e sto meglio!
Allora ho deciso di provare: via la farina, almeno per un po’. Non per sempre, intendiamoci, ma tipo un mese. Lo so, in Italia è una sfida: pane e pasta sono la nostra vita! Però ci sono alternative: riso integrale, quinoa, patate… robe più leggere, che non ti lasciano quella sensazione di “oddio, ho esagerato”.
L’ho fatto per un paio di settimane e, giuro, mi sentivo un’altra persona. Niente gonfiore, niente bruciore e persino più energia. Secondo me, evitare la farina può davvero aiutare a ridurre il reflusso, o almeno a tenerlo sotto controllo, soprattutto se hai problemi di digestione o il glutine ti dà fastidio.
La Senatore Cappelli biologica: una scoperta!
Ok, ma rinunciare del tutto a pane e pasta? Per me è troppo. Così ho trovato un’alternativa: la farina Senatore Cappelli biologica. Cos’è? È un grano antico, un tipo di grano duro italiano coltivato da oltre un secolo. Non è come i grani moderni, modificati per produrre di più: questo è più naturale, più “di una volta”.
E ha un sacco di vantaggi: meno glutine, quindi più leggera per lo stomaco; più fibre e vitamine, perché non è super raffinata; e se è bio, niente pesticidi o schifezze chimiche che irritano. Insomma, è una farina che il nostro corpo tollera meglio. Ho provato a fare una pizza con la Senatore Cappelli bio e… mamma mia, una meraviglia! Niente pesantezza, niente bruciore, proprio un’altra storia rispetto alla pizza classica.
Perché proprio questa farina?
Perché scegliere la Senatore Cappelli bio invece di, che ne so, una farina integrale normale? Beh, prima di tutto, essendo biologica, non ha pesticidi, e questo è un bel vantaggio, soprattutto se il reflusso ti tormenta. Poi ha un sapore più intenso, più autentico: pane e pasta fatti con questa farina ti riportano a come si mangiava una volta.
E c’è un altro aspetto che mi piace: spesso la producono piccole aziende, magari in Puglia o in Sicilia, dove questo grano cresce da sempre. Comprandola, sostieni i piccoli produttori italiani, quelli che lavorano con passione e metodi tradizionali. E questo, non so, mi fa sentire bene.
Non è tutto facile…
Però, diciamolo, non è una passeggiata. La Senatore Cappelli bio costa, a volte anche il doppio della farina normale. E di questi tempi, spendere di più non è proprio l’ideale. Col fatto che l’euro ci penalizza rispetto all’estero, i prodotti così finiscono per costare ancora di più: la competizione con i mercati stranieri è dura.
E poi c’è il discorso delle abitudini. In Italia siamo fissati con pane e pasta: passare a una farina diversa, o addirittura farne a meno, è complicato. Un altro problema? Le piccole aziende che la producono fanno prodotti eccezionali, ma non si sanno vendere. Spendono poco in pubblicità, e quel poco che fanno è spesso un disastro: un post su Instagram buttato lì, senza strategia. Se non ti fai conoscere, come fai a convincere la gente a provarla?
Conclusione
Insomma, il reflusso e i problemi di stomaco sono una scocciatura, no? Ma forse la soluzione è più semplice di quello che pensiamo. Smettere con le farine raffinate potrebbe farci stare meglio, o almeno non peggiorare le cose. E per chi, come me, non vuole dire addio a pane e pasta, la Senatore Cappelli biologica è una scoperta incredibile: più leggera, più sana e con un gusto pazzesco. Certo, costa e cambiare non è facile, ma per me ne vale la pena. Voi ci avete mai provato?