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Rinunciare al Gas Importato dalla Russia, sicuri che sia possibile?

Giuseppe by Giuseppe
Febbraio 11, 2025
in La Voce della Ristorazione
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Negli ultimi giorni durante uno dei suoi discorsi il Presidente del Consiglio Mario Draghi è incappato, non per la prima volta, nell’ennesima frase infelice: “Preferite la pace o i condizionatori accesi tutta l’estate?“. Una boutade che sinceramente avrebbe potuto risparmiarsi, una mancanza di rispetto verso una nazione che ha negli ultimi due anni, per colpa delle scellerate scelte dei governi che si sono succeduti (Conte in primis, seguito a ruota dal governo delle larghe intese presieduto da Draghi appunto) vissuto momenti indubbiamente difficili.

Lockdown, coprifuoco e restrizioni non hanno di certo agevolato le aziende del settore alberghiero e della ristorazione. Ad essere tra i primi ad opporsi a quella “frase così aspra” di Draghi è stato Guido Crosetto (Ex membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana), che ha praticamente ribadito il fatto che soltanto perché è autorevole per i suoi precedenti incarichi (in speciale noto per essere stato Ex Presidente della Banca Centrale Europea), non gli si critica niente, ma se invece, ci fosse stato un altro al suo posto a dirlo, sarebbe stato riempieto di critiche a valanga!

Ovviamente noi siamo pienamente d’accordo con quanto pronunciato dall’Ex Parlamentare. Subito dopo le prime critiche arrivate al Premier, i media ed i giornali filo governativi si sono affrettati a liquidare la cosa come una semplificazione della situazione attuale.

Ma in concreto è possibile rinunciare, almeno nell’immediato al gas russo?

Cerchiamo di fare luce sul caso. Una delle armi per cercare di fermare la Russia potrebbe essere quella dell’embargo energetico, piano che l’Europa sta già provando a mettere in atto con sanzioni di vario tipo:

  • Germania, Austria e Ungheria, ad esempio, hanno già posto il loro veto a mettere un embargo sul gas proveniente da Mosca, a testimonianza di un’unità europea non così solida come vorrebbero farci credere.

Ma in concreto cosa succederebbe all’Italia se dovesse rinunciare a questo approvvigionamento?

Secondo il Def gli scenari possono essere molteplici, le aziende dovrebbero soddisfare il proprio bisogno energetico diversificando gli approvvigionamenti, con conseguente aumento dei costi perché l’embargo in questione provoca l’innalzamento dei prezzi di gas, petrolio ed elettricità.

In concreto le aziende del nostro settore sarebbero di nuovo con l’acqua alla gola, dopo aver passato già due anni catastrofici.

Cosa ne sarà quindi di camerieri, cuochi, baristi e tutti gli operatori del settore alberghiero e della ristorazione?

Evidentemente l’Esecutivo pensa ai condizionatori invece che al bene dei suoi cittadini. Ma che il gas russo sia utile se non indispensabile lo fanno notare diverse fonti, ad esempio da uno studio specifico, commissionato dalla Fondazione Eni:

  • Anualmente l’Italia necessita di 70 miliardi di m3 di gas

Anche massimizzando le altre fonti, senza il gas russo si potrebbe arrivare solo a 58,4 miliardi, questo denota quanto dipendiamo, purtroppo, da queste forniture e non abbiamo neanche lontanamente l’autonomia energetica che servirebbe al nostro paese.

Questo cari lettori della VoceDellaRistorazione vi fa capire chiaramente in che situazione stiamo.

Queste sanzioni colpiscono non solo la Russia, anche se come si può notare nei giorni scorsi pare che non abbiano sortito l’effetto sperato, ma anche e soprattutto la nostra nazione.

Gli aumenti spropositati di bollette, benzina e materie prime si sono sicuramente inaspriti con l’inizio di questa terribile guerra, ma erano già in atto da diversi mesi e ora le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee.

In sintesi, con la rinuncia al gas sovietico si rischierebbe nel breve periodo di compromettere drasticamente il tessuto sociale e produttivo del nostro bel paese, con il rischio di chiusure, fallimenti e molti lavoratori del mondo della ristorazione senza lavoro.

In conclusione, noi della VoceDellaRistorazione siamo dalla parte di imprenditori, lavoratori e aziende del settore alberghiero, turistico e dell’ospitalità tutta.

Dobbiamo far sì che la nostra sia un’unica voce che urla contro le ingiustizie e le imposizioni che cercano di tarparci le ali. Condividete con noi il vostro pensiero. Alla prossima!

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