Come tutti noi sappiamo, l’agricoltura è una delle eccellenze del nostro paese. L’Italia è piena di realtà produttive specializzate e con un ventaglio di varietà che tutto il mondo ci invidia.
Purtroppo negli ultimi anni il nostro Governo, tollerando talvolta delle imposizioni che arrivavano dall’Unione Europea, ha fatto in modo che questo settore si impoverisse.
Scelte scellerate hanno fatto sì che gli agricoltori dovessero svendere i loro prodotti, molte volte per colpa di un’importazione massiccia di qualità nettamente inferiore alla nostra. Distruggendo in questo modo una filiera fatta di piccole realtà e aziende che hanno dovuto combattere con burocrazia e concorrenza sleale.
Un esempio di questi paradossi nazionale è senza dubbio quello della Sicilia, una volta soprannominato con orgoglio “Il granaio d’Italia“. Il clima e il sole facevano della Sicilia, senza dubbio, un territorio ideale per la coltivazione di questo cereale.
Secondo gli ultimi studi di settore, su circa 270 mila ettari coltivati, la Regione produce all’anno una media di 773 mila tonnellate del cereale in questione. Questo evidentemente non basta a sopperire alla mancata importazione del grano ucraino.
Il conflitto in Ucraina fa impazzire i prezzi del grano e dei trasporti, e Coldiretti provinciale lancia un appello affinché venga esportata e valorizzata la materia prima locale.
Dal “granaio d’Europa”, come viene chiamata l’Ucraina, al granaio italiano, nel dettaglio Enna, la situazione è di forte apprensione sul fronte economico.
E la situazione è ancor più paradossale perché pur producendo la materia prima sul nostro territorio, importiamo in maniera massiva grano dall’estero.
Il problema sostanziale, come sottolineato da Coldiretti Sicilia, è che negli ultimi vent’anni il prezzo del grano ha raggiunto livelli talmente irrisori che molti agricoltori e aziende del settore non avendo più guadagno sufficiente, hanno smesso di coltivare il cereale in questione.
Tanto è vero che centinaia di ettari negli ultimi 15 anni non sono più stati coltivati. Con una perdita di produzione interna considerevole.
Infatti, un’altro grosso problema è quello dei costi di produzione rapportato al prezzo di vendita, infatti il grano duro italiano è pagato ai nostri agricoltori meno di quello proveniente da fuori (ad esempio, paesi come il Canada, dove è coltivato peraltro con l’uso di diserbanti, prodotti chimici e il glifosato -dannoso e vietato nel nostro paese).
Che occorre investire nel territorio e nell’agricoltura lo sostiene anche Tonino Russo, Segretario Generale della Flai Regionale, ed occorre investire soprattutto nella trasformazione e nella commercializzazione dei prodotti.
In questo modo tra diretti e indotto si creerebbero circa 200mila posti di lavoro facilmente. Investendo in infrastrutture fondamentali come una rete idrica che arrivi a tutti i terreni della regione, assicurando una rete capillare per l’acqua per irrigare i campi.
Un’altro aspetto da tenere in considerazione è comunque la qualità del prodotto. Il consumatore deve avere garanzia di quello che acquista.
Da alcuni studi si ipotizza che il continuo aumento di casi di intolleranza al glutine e di celiachia, sia da porre in relazione con il consumo massiccio e continuativo di frumento OGM, dovuto alla massiccia esposizione del grano che veniva coltivato con l’utilizzo di pesticidi, diserbanti e altri agenti chimici per avere un raccolto più fruttuoso e una materia prima più invitante. Ma a che prezzo?
Secondo gli esperti del settore, i grani antichi hanno molto meno glutine rispetto ai moderni. La modificazione genetica ha aumentato il contenuto di glutine, proteina che sta all’origine della celiaca.
Quindi noi de LaVoceDellaRistorazione consigliamo di valutare bene i prodotti che acquistate.
Dunque per gli amanti della pasta il consiglio è di acquistarla prodotta con grani antichi e coltivata con metodi naturali, valutare sempre con che tipo di sostanze sono coltivate e se contengono OGM.
La salute deve sempre essere al primo posto quando scegliamo gli alimenti da portare sulle nostre tavole.
E voi state attenti quando andate al supermercato a cosa acquistate? Parliamone insieme nei commenti. A presto!