Ristorazione a caccia di personale, cause e rimedi
Il settore della ristorazione vive da troppo tempo un periodo buio, almeno sotto il profilo della ricerca di personale. Sono innumerevoli le posizioni scoperte in sala o in cucina, nonostante in Italia la disoccupazione sia ritenuta una vera e propria piaga sociale da estirpare con ogni mezzo.
Come fare combaciare due metà della stessa mela? Occorre, innanzitutto, identificare le cause che spingono soprattutto i giovanissimi a snobbare un impiego sicuro e ben retribuito che richiede dedizione, passione e tanta gavetta.
Ristorazione, le motivazioni dietro alla crisi
Sino a qualche anno fa, complice l’ascesa dei cooking show televisivi, le professioni legate al mondo del food and beverage erano ritenute tra le più ambite, specialmente tra le nuove generazioni.
Il sogno televisivo, tuttavia, è stato rapidamente infranto dalla “crudezza” della vita all’interno di un ristorante. Orari lavorativi ritenuti “massacranti”, retribuzioni considerate “irrisorie”, indisponibilità a lavorare nel weekend o nei periodi festivi scoraggiano i potenziali candidati, più attratti dal Reddito di Cittadinanza e dall’allettante alternativa di rimanere a casa incassando sussidi senza sforzo, che dalla prospettiva di “sporcarsi le mani” dietro ai fornelli, o servendo ai tavoli.
Tali teorie, seppur valide, costituiscono solo parte del problema. In tempi recenti è stato sollevato un polverone attorno alle dichiarazioni di alcuni chef stellati come Alessandro Borghese, che hanno sottolineato l’importanza di acquisire esperienza al fianco dei grandi nomi della ristorazione, anche senza retribuzione.
Dichiarazioni controverse, che hanno letteralmente diviso gli addetti ai lavori, combattuti tra il desiderio di insegnare una professione che richiede impegno e studio continuo e la necessità di far valere i diritti dei lavoratori.
Queste e altre motivazioni hanno provocato una crisi all’interno del mondo della ristorazione, che cerca di porre rimedio a questa “emorragia” di personale ricercando soluzioni efficaci e convenienti.
Arginare la “diga”
Una volta focalizzate le ragioni di una crisi senza precedenti, compito di manager e imprenditori è quello di proporre soluzioni ottimali per il proprio business, nonché per i futuri professionisti della ristorazione.
Occorre in primis adeguare stipendi ed orari di lavoro alle mansioni proposte, oltre a rivendicare un sostegno concreto dal Governo, reo di non contribuire a perorare la causa dei ristoratori onesti a scapito degli “sciacalli” della ristorazione.
Altro nodo da sciogliere riguarda la rieducazione dei potenziali candidati, troppo impegnati ad intasare i social network di post e like e poco inclini, invece, a studiare per apprendere un mestiere. La formazione di personale di alto livello dipende soprattutto dalla voglia di assorbire nozioni e di impegnarsi per carpire i segreti di una professione onesta, che potrebbe regalare loro tantissime soddisfazioni.