Luci ed ombre attorno a maître di sala e camerieri. Nel corso di un’esclusiva intervista a cena con i professionisti della ristorazione sono emerse verità choccanti. Spesso la forza lavoro di hotel o ristoranti non viene trattata con il rispetto che merita. Le dichiarazioni raccolte nel corso di questa importantissima “tavolata” hanno permesso di accendere i riflettori sulla situazione di precarietà che queste figure importantissime della ristorazione sono costrette a subire.
La verità, vi prego, sul Reddito di Cittadinanza
La cena con maître e camerieri ha permesso di portare a galla una serie di verità ai limiti dell’assurdo.
Su un campione di ventotto impiegati, almeno tre sono ritenuti troppo “vecchi” per lavorare e dunque tenuti in panchina. Peccato che, in realtà, il terzetto abbia “appena” 45 anni, sufficienti per continuare ad esercitare la propria attività con orgoglio e talento.
I professionisti di età compresa tra i 30 ed i 35 anni, invece, “peccano” di scarse conoscenze tecnologiche: se non sono capaci di usare i palmari per registrare gli ordini ai tavoli, possono tranquillamente restare a casa. Sono almeno sette le persone che a causa di tale “lacuna” sono obbligate a stare a braccia conserte. Come i colleghi scartati per motivi anagrafici (e come altre figure “messe al bando” per una varietà infinita di motivazioni), gli interlocutori alla cena non hanno mai percepito il Reddito di Cittadinanza, ma solo la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), ovvero l’indennità mensile di disoccupazione.
La domanda sorge spontanea: il Reddito di Cittadinanza non doveva forse essere una risorsa pensata per le persone abili a lavorare, alle quali fornire un piccolo contributo economico in attesa di un nuovo impiego?
Ristorazione, impiegati multitasking
Nel corso della cena-intervista sono state esposte anche altre importanti questioni: gli orari di lavoro, le retribuzioni e le mansioni assegnate a camerieri e maître di sala.
Nocciolo della questione, ovviamente, il giusto contribuito economico ai lavoratori stagionali. Le persone assunte in locali, alberghi o altri centri di ristorazione e accoglienza per brevi periodi di tempo sono spesso costrette a rispettare orari estenuanti per paghe irrisorie.
Entrare in azione a partire dalle ore 9:00 sino alle 16:00 e dalle 19:00 sino alle due di notte richiederebbe retribuzioni commisurate al tipo di impegno, che spesso e malvolentieri non si “riduce” solo alle specifiche mansioni di ogni impiegato.
Chi lavora in sala, infatti, può trovarsi suo malgrado ad essere “riciclato” al servizio pulizie delle camere o lavanderia. Un episodio spiacevole, di cui sono spesso vittime le donne, come ammesso da tre impiegate di età compresa tra i 29 e i 38 anni.
Le paghe? Scandalose: un lavoratore nel settore ristorativo può trovare in busta paga circa 1500 euro. Una retribuzione assolutamente poco dignitosa per figure professionali instancabili e motivate. E’ ora di cambiare le cose. E’ ora di restituire dignità a questi lavoratori.