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Ristorazione: Sembra più una guerra che una pandemia chi ha studiato lo sa!

Giuseppe by Giuseppe
Febbraio 11, 2025
in La Voce della Ristorazione
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persone con mascherina covid

Nel 1932 Stalin decise di eliminare milioni di ucraini, commettendo un vero e proprio genocidio. Egli pianificò una carestia sequestrando le derrate alimentari, vietando il commercio, proibendo gli spostamenti, censurando chi riportava i fatti. Gli eventi di allora sono simili a questa emergenza pandemica. Anche un uomo di chiesa come il cardinale Carlo Maria Viganò ha appoggiato tutti coloro che non credono a questa pandemia, definendo il “Great Reset” come il piano globale per limitare le libertà di tutti i popoli del mondo. Continua dicendo che tutti coloro che hanno architettato questa messa in scena obbligano le nazioni a ricorrere al “Grande Reset” dando il colpo di grazia alle attività di ristorazione già in crisi.

Un rapporto definito da Fipe come un bollettino di guerra per le imprese del settore dichiara che nel settore della ristorazione nel 2020 sono state perse 514 mila unità di lavoro «e se contiamo i dipendenti abbiamo perso 243 mila posti di lavoro e la metà di questi non sono a tempo determinato ma a tempo indeterminato». Durante l’anno della pandemia è cresciuta di 6 miliardi di euro la spesa alimentare tra le mura domestiche, ma è crollata di 31 miliardi di euro quella nei bar nei ristoranti, stiamo tornando ai livelli del 1994. Il 97,5% delle imprese ha registrato nel 2020 un calo di fatturato.

Una delle attività commerciali che non fallirà mai è quella concernente la sfera del tempo libero. La ristorazione fa parte di questo settore!

L’Italia è ormai un paese in balìa di tutti gli errori o per meglio dire orrori commessi dai partiti politici negli ultimi 50 anni. Il risultato di tutti questi errori commessi negli anni è visibile agli occhi di tutti. E pensare che esiste ancora chi segue questi personaggi politici senza essersi resi conto di tutta questa pantomima.

In 13 stati americani è già stato abolito il green pass insieme ad altre restrizioni (come la mascherina). Tutto questo ci porta alla conclusione che la verità sta finalmente venendo a galla. Altrove sì ma in Italia no.

In Italia e in Francia nell’ultimo anno per uscire dalla propria abitazione era necessario firmare un pezzo di carta; la cosiddetta “autocertificazione” dove si dichiarava il motivo del proprio spostamento. Alcune regioni italiane, in ordine sparso, hanno iniziato a rendere obbligatorie le mascherine e i supermercati hanno e continuano ad utilizzare tuttora il sistema di rilevamento della temperatura corporea. In un documento del 2010 intitolato “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale” si descrive alla perfezione la situazione attuale che stiamo vivendo.

Non solo. La simulazione dei Rockefeller descrive i passi successivi che porterà l’emergenza pandemica. “Anche dopo la fine della pandemia, questo controllo autoritario e questa sorveglianza dei cittadini e delle loro attività è rimasto inalterato e si è persino intensificato”. Non avrà mai fine il controllo su tutti noi.

I capi di Governo mondiali hanno adottato un controllo del potere più ferreo e rigoroso al fine di proteggere loro stessi dalla diffusione di ulteriori problemi legati alla pandemia, al terrorismo internazionale sino ad arrivare alle continue crisi ambientali e al progressivo aumento della povertà.

Rispetto all’anno 2019, nel 2020 sei ristoratori su dieci si sono visti dimezzare il loro fatturato. I ristori messi in campo dal Governo sono stati vani ed inconcludenti per la maggior parte dei ristoratori. Si crede che dopo la fine della pandemia, tutta questa supervisione e verifica dei comportanti dei cittadini e delle loro attività sia rimasto immutato, anzi si è persino intensificato. Molti ristoratori di tutta Italia si son ritrovati a far fronte a questo coprifuoco delle 22, ad obbligare le persone sedute ai tavoli esterni del proprio locale ad alzarsi e ad andar via. Insomma, a fare il contrario di quello che dovrebbe fare il proprietario del ristorante.

Gli imprenditori della ristorazione italiana sia vecchi che nuovi si troveranno ad affrontare tante nuove sfide. Non si tratta più di puntare al designer “nel senso di trovarne uno attraente, singolare o bello”. Da oggi in poi l’obiettivo è quello di ritornare alle origini; non soltanto nel gusto e nelle tradizioni come abbiamo più volte evidenziato ma ritornare indietro, nei valori quali: Dio, patria e famiglia. La globalizzazione è un crimine e lo stiamo subendo adesso con il “Great reset” che è di fatto la modificazione in atto della società, il grande azzeramento è quello con cui stanno distruggendo le classi lavoratrici tra cui la categoria dei ristoratori.

Non dovete chiudere né svendere le vostre attività di ristorazione, dovete resistere e poter creare nuove alleanze come delle società tra familiari o amici, non dovete né vendere né svendere più niente ad altri popoli perché tante altre realtà di dominio pubblico sono state già cedute. E’ arrivata l’ora di dire “basta” perché non siamo noi i colpevoli di questo virus, non è colpa nostra se non esiste un piano aggiornato per questa pandemia. Lo Stato vi deve cautelare attraverso ristori e altri aiuti da parte dei sindacati e dei politici.

Il ristoratore ha il dovere di svegliarsi, di informarsi e di stringere collaborazioni con colleghi che si trovano sulla stessa barca. Solo uniti riusciremo a farci sentire e a cambiare la situazione in cui versiamo ormai da oltre un anno. Gli aiuti per guardare al futuro ed andare avanti li dobbiamo ricavare dalla famiglia, dagli amici, con la certezza di un investimento per il futuro della ristorazione.

Contattateci se avete bisogno di un aiuto, di un consiglio o un supporto. Liberatevi da questo complotto ordito ai danni della ristorazione. Resistete, cercate degli annunci di ristoranti messi in vendita e cercate un socio finanziatore al fine di far rinascere questo settore trainante e così importante per l’economia italiana.

E se proprio non riuscite a trovare una soluzione perché i problemi sono insormontabili e siete costretti a vendere il vostro ristorante, cercate quantomeno di recuperare le  attrezzature per la prossima imminente apertura…

Non arrendetevi, non è ora di gettare la spugna. Alzatevi e lottate!

Tags: pandemiaristoratoreristorazione
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