Veniamo purtroppo da due anni infausti, dovuti alla diffusione della pandemia da Covid19. Due anni che sono stati contraddistinti da alcune limitazioni a cui di certo non eravamo abituati: lockdown, coprifuoco, autocertificazioni per circolare, Green Pass e altre restrizioni che il Governo, per evitare la propagazione del virus, ci ha imposto.
Ora a quanto pare potrebbero imporci un altro tipo di lockdown. Ebbene l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), parrebbe aver chiesto ai Governi mondiali, nuovi blocchi climatici. Ma di cosa si tratta nello specifico? Sostanzialmente si tratta di una serie di regole atte a ridurre l’uso del petrolio e limitare i consumi energetici.
Detta così parrebbe anche essere una buona idea, direte voi, ma lo scotto da pagare potrebbe scontentare parecchia gente. Alcuni esempi di quello che vorrebbero imporci e che in parte stanno già attuando, sono ad esempio limitazioni domenicali all’uso delle automobili, che conosciamo ampiamente, ridurre i limiti di velocità, incentivare lo smart working (lavorare da casa), eliminare viaggi aerei d’affari e introduzione di tasse ad hoc per SUV o veicoli più inquinanti.
Insomma un vero e proprio piano strategico per diminuire l’utilizzo di petrolio e dei suoi derivati. Secondo L’AIE, infatti, i Governi hanno tutti gli strumenti necessari per far calare drasticamente il fabbisogno di idrocarburi nei prossimi anni, in modo da incentivare gli sforzi per una rinnovata sicurezza energetica e raggiungere obiettivi climatici primari.
Sempre dal rapporto dell’Agenzia in questione, si possono trovare altre soluzioni da introdurre come:
- Rimodulazione di strade e marciapiedi per intensificare gli spostamenti a piedi e in bicicletta
- Tariffe dei trasporti pubblici più popolari
- Incoraggiare il car pooling, car sharing e bike sharing nelle grandi città.
Ma come abbiamo già sperimentato in questi ultimi anni, le cosiddette proposte che i Governi hanno introdotto per fronteggiare la pandemia, combattere il cambiamento climatico e intervenire sulla questione Ucraina, ci sembrano convergere tutte verso una sorta di controllo totalitario.
Un Governo despota e tiranno che vigila i suoi sudditi (ovvero noi cittadini), decidendo cosa possono o non possono fare, bene noi de LaVoceDellaRistorazione ci opponiamo fermamente ad una società che impone comportamenti omologati a tutta la popolazione a discapito della libertà.
Ma laddove i vari Governi ci impongono limitazioni di sorta nel nome di una rinascita “Green”, a quanto pare, i potenti fanno accordi sottobanco a scapito della nostra salute. Avete mai sentito parlare delle scie chimiche? Nel 1997 Edward Teller (inventore della bomba all’idrogeno), inviò un progetto in Italia, la sua idea era quella di usare l’aviazione civile per diffondere nella stratosfera milioni di tonnellate di metalli elettroconduttivi, con l’intenzione di far diminuire il riscaldamento globale.
Si riteneva inoltre che anche gli aerei militari potessero nebulizzare a bassa quota queste particelle tossiche nell’aria, perché di particelle tossiche si tratta! E nel 2001, gli allora presidenti Bush e Berlusconi firmarono un accordo, tra Italia e Stati Uniti, sul clima.
Si trattava di accordi internazionali atti a fornire tesi alternative per le violente mutazioni climatiche che l’eccessiva diffusione di metalli e polimeri in atmosfera avrebbe creato da lì a breve. Tra questi un innaturale effetto climatico causato proprio dalle suddette scie chimiche.
E che le scie in questione siano dannose all’organismo è sostenuto da vari professori e scienziati. Il dottor Dietrich Klinghardt, ad esempio, dopo aver fatto diverse ricerche sul tema, ha affermato che ci stiano avvelenando con le scie chimiche, mediante avvelenamento da alluminio.
Quindi una situazione non molto rassicurante, se fosse vera. Strumentalizzando un infondato allarmismo sul cambiamento climatico, i Governi stanno cercando di manipolarci diffondendo panico tra le popolazioni con la minaccia che arrivi un emergenza climatica per incalzare i leader mondiali e far sì che dichiarino lo stato di emergenza e, come sappiamo bene, in uno stato di emergenza, si sospendono libertà, privacy e democrazia e si zittiscono i detrattori.
Noi de LaVoceDellaRistorazione vogliamo vivere in una società dove la libertà venga al primo posto, una società dove sia l’individuo a decidere cosa fare, dove e con chi, senza che uno stato di polizia imponga al cittadino limitazioni e restrizioni, sulla base di ipotetici cambiamenti climatici.
E voi cari amici, in che società volete vivere?