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Turismo Enogastronomico: 10 trend per il prossimo decennio

Giuseppe by Giuseppe
Marzo 3, 2025
in La Voce della Ristorazione
0
cantina vino con botti e visitatori

Il turismo enogastronomico è diventato uno dei temi centrali durante i recenti #Bit Talks 2023, evidenziando come questo settore sia in grado di combinare esperienza, destagionalizzazione, sostenibilità e innovazione in Italia. La professoressa Roberta Garibaldi, esperta di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo e curatrice del Rapporto Turismo Enogastronomico, ha presentato in anteprima l’edizione 2022 del rapporto, mettendo in luce le 10 tendenze principali dell’anno.

Secondo la Garibaldi, il turismo enogastronomico rappresenta uno dei principali motori dell’industria turistica, attrattiva viaggiatori provenienti da tutto il mondo che desiderano visitare le destinazioni italiane. Questo tipo di turismo genera valore economico per il territorio e crea nuove opportunità per il settore del turismo e dell’agroalimentare. Inoltre, il 90% degli italiani sceglie una destinazione turistica in base alle esperienze enogastronomiche.

La Garibaldi sottolinea che c’è ancora molta domanda inespressa a livello nazionale e vi è la necessità di creare un legame tra i prodotti integrati. Ad esempio, la professoressa cita il fenomeno dei “food truck”, una delle nuove tendenze culinarie in rapida crescita nel mercato gastronomico, che ha generato un vero e proprio culto dello street food italiano unendo tradizione e innovazione. Nell’ambito del turismo enogastronomico, è principalmente l’enoturismo a trainare la destinazione, che deve essere in grado di offrire esperienze e attività complete per stimolare la scoperta gastronomica e culturale. Tuttavia, i turisti stanno cominciando a cercare anche esperienze di nicchia, come visitare caseifici e cioccolaterie, ma spesso l’accesso a queste informazioni non è semplice.

Di seguito verranno presentate le 10 tendenze del Turismo Enogastronomico evidenziate nel 2022, che offrono uno sguardo approfondito sulle nuove direzioni e le opportunità per questo settore in crescita.

Prodotti certificati stabili: La prima tendenza del turismo enogastronomico evidenziata nel 2022 riguarda l’importanza dei prodotti certificati che rappresentano una storia e sono legati alle popolazioni locali. L’Italia è nota per il suo modello di economia delle denominazioni di origine protetta (DOP), che esprime la qualità dei territori attraverso il patrimonio agricolo e alimentare che li caratterizza. Tuttavia, è necessario rendere i prodotti certificabili ancora più rappresentativi e distintivi del territorio. Questi prodotti certificati non solo attraggono i turisti, ma diventano un elemento fondamentale dell’esperienza territoriale, unendo agricoltura, artigianato, alberghi di alta qualità, ristoranti e patrimonio culturale.

Sostenibilità ambientale e sociale a livello di destinazione, esperienza e comunicazione: La seconda tendenza mette in evidenza il valore sociale dell’enogastronomia. Le aziende del settore devono diventare ambasciatrici del territorio, comunicando la propria sostenibilità e sottolineando i legami solidali con la comunità locale e la storia del territorio.

due persone bevono bicchiere di vino seduti per terra in aperta campagna

Vivere gli spazi aperti: Il turismo enogastronomico assume un ruolo di sviluppo per le zone rurali, dove la natura e gli spazi aperti sono protagonisti. Evitare l’overtourism diventa una priorità, spostando i flussi turistici verso queste zone meno affollate.

Nature bathing e well-being: Le vacanze enogastronomiche devono tener conto del crescente interesse per il benessere. È importante creare prodotti e percorsi turistici che combinino il cibo di qualità con la cura del corpo e della mente, offrendo opportunità di rigenerazione ai turisti.

Nuovo link urbano e rurale, l’enogastronomia entra in città: Dopo il periodo di lockdown, con il ritorno delle città, si osserva una tendenza alla diffusione del turismo enogastronomico rurale anche nelle aree urbane. Cascine, luoghi verdi e prodotti a chilometro zero trovano spazio nelle città, consentendo ai residenti e ai visitatori di sperimentare l’enogastronomia senza allontanarsi troppo dalle aree urbane.

Accoglienza a 360 gradi: L’esperienza enogastronomica non si limita al periodo effettivo del viaggio, ma si estende alla fase di preparazione e alla condivisione successiva dell’esperienza. La tendenza del “neverending food tourism” registra una crescita costante, richiedendo alle aziende di investire  in risorse umane per fidelizzare il cliente turisti guardano le vetrine dei negozi

Il turista enogastronomico è sempre più esigente: I turisti enogastronomici sono sempre più esigenti e desiderosi di creatività, innovazione ed esperienze coinvolgenti. L’enoturismo si caratterizza per il lento assaporare, mentre l’approccio attivo diventa sempre più popolare. I turisti cercano esperienze uniche e autentiche che vanno al di là dei tradizionali tour in cantina e delle degustazioni. Attività come trekking tra i vigneti, passeggiate in bicicletta lungo le strade bianche e il coinvolgimento nelle attività locali, come la vendemmia collettiva, la raccolta delle olive o la vacanza con gli animali, stanno diventando sempre più popolari tra i turisti enogastronomici.

Alla ricerca di nuove esperienze: La domanda del turista enogastronomico è caratterizzata dal desiderio di vivere esperienze sempre nuove e originali. Oltre ai tradizionali tour in cantina, i turisti apprezzano esperienze più ricercate e innovative. Ad esempio, l’abbinamento tra agriturismi e benessere, con sessioni di yoga e pilates immersi nella natura, sta guadagnando popolarità. Anche nel settore della ristorazione, i turisti cercano nuovi format come temporary restaurant negli alberghi, servizio di consegna a domicilio e degustazioni digitali. È fondamentale offrire proposte che tengano conto delle esigenze e delle tempistiche dei turisti, come assaggi veloci, pic-nic in vigna e food truck, al fine di soddisfare la varietà di preferenze della clientela.

Crescita del biologico, dei presidi Slow Food e degli agriturismi: La tendenza verso il biologico è in costante crescita. C’è un rinnovato interesse per i prodotti e le tradizioni locali. In questo contesto, assumono sempre più importanza i birrifici, i musei del gusto e i siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Gli agriturismi stanno vivendo una fase di crescita, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, come la Sicilia, la Campania e la Puglia.

Turismo attivo: Il turista moderno è alla ricerca di esperienze attive e coinvolgenti durante il viaggio. Le richieste di percorsi in bicicletta o escursioni che consentano di esplorare il territorio, come le 103 Strade del Vino e dei Sapori, sono sempre più comuni. L’interesse per esperienze immersive, come partecipare alla vendemmia con i vignaioli o alle attività delle aziende agricole, sta spingendo le destinazioni a innovare l’offerta turistica e a creare percorsi esperienziali sempre più originali e coinvolgenti.

L’obiettivo del turismo enogastronomico è quello di sfruttare la forza del settore attraverso la sostenibilità e l’autenticità della cultura del cibo, che caratterizza ogni destinazione. Le emozioni e le sensazioni vissute durante un viaggio enogastronomico stanno diventando sempre più importanti per i turisti, spingendo all’innovazione dell’offerta al fine di mantenere l’Italia come una delle mete enogastronomiche preferite al mondo. Con l’attenzione crescente verso l’esperienza enogastronomica, le destinazioni devono continuare a investire nella valorizzazione delle proprie risorse enogastronomiche, creando prodotti e servizi turistici che rispondano alle esigenze e ai desideri dei visitatori.

L’impatto digitale sul turismo del sapore

Il turismo enogastronomico negli anni ’90 era un viaggio lento, un pellegrinaggio verso il gusto che non aveva bisogno di clamore. Ma già allora si intravedeva un domani diverso, un’evoluzione che avrebbe portato i sapori d’Italia a brillare oltre i confini delle osterie. Non parlo di macchine o schermi, ma di un cambiamento nel cuore dei viaggiatori: la sete di autenticità, la voglia di toccare la terra con le mani e la bocca. Questo è il vero impatto che modellerà il futuro: un ritorno alla cucina viva, non quella dei ricettari patinati, ma quella delle pentole annerite dal fumo.

Fare I Ravioli Tradizionali
Immaginate un decennio in cui i viandanti cercano non solo il vino, ma la vigna; non solo il formaggio, ma la stalla. È un movimento che già allora, tra i filari del Chianti o le malghe trentine, si sentiva nell’aria: il desiderio di sapori che parlino di fatica, di stagioni, di mani callose. Ricordo una cena in un casolare pugliese: orecchiette tirate da una nonna, pomodoro che sapeva di sole, un’esperienza che nessun lusso può replicare. Questo è il trend: il turismo del sapore sarà un ritorno al passato, un’ode alla semplicità che rifiuta l’artificio.


E poi c’è la narrazione: i viaggiatori vorranno storie, non solo piatti. Un oste che racconta del maiale allevato nei boschi, un vignaiolo che descrive la vendemmia sotto la pioggia. È la passione che seduce, che trasforma un pasto in un rito. Il critico lo vede chiaro: il futuro sarà dei borghi che sanno cantare la loro eredità, delle tavole che profumano di tradizione. Senza questo, il turismo enogastronomico è solo un’ombra.

Tags: autenticitàcucinaenogastronomicoenogastronomicooereditàesperienzaevoluzionegustonarrazionepassatopassionesaporisemplicitàterratrendturismo
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